Questo blog, perché?

Queste pagine le intendo come la parte "meno impegnata" rispetto al mio sito internet, http://www.monzamtb.altervista.org/
Impressioni, idee e immagini così come vengono, più che altro una specie di diario che mi serva per raccogliere questo materiale, per poterlo rileggere ogni tanto. Se ci capitate e lo ritenete interessante fatemelo sapere. Grazie!



lunedì 13 settembre 2010

Una domenica da ricordare...

Ricorderò per molto tempo la domenica appena trascorsa. Nella mia testa pensavo a qualcosa di più tranquillo, in tutti i sensi,  ma, quando c'è di mezzo il Ruspa, l'escursione ha sempre qualcosa di speciale.
E così quando abbiamo fissato l'ora di partenza (a Desio alle 5.45), ho pensato: "Va beh, di certo ne varrà la pena".
E via, direzione Alta Engadina, Silvaplana. Finiamo di raccogliere gli altri partecipanti fra Seregno e Carate e in un variopinto gruppo di 12 bikers, si parte.
Prima tappa obbligata la colazione a Chiavenna, dove in 5 minuti sbraniamo una trentina di brioche.
Si prosegue per il passo del Maloja che ci introduce alla splendida piana che ospita Silvaplana e St. Moritz, con gli splendidi laghi. Io che non avevo ben chiara la situazione, parto da casa in bermuda e sandali. Me ne accorgerò quando, arrivati al parcheggio, il termometro segnerà 3 °C...
Ci prepariamo e il capogita, Giancarlo (Ul Ruspa), ci indica la direzione.
"Ci siamo tutti?", "Ma non eravamo mica in dodici?" Abbiamo lasciato al parcheggio il Gajna, che dopo qualche minuto ci raggiunge imprecando.
Lungo le splendide ciclabili risaliamo verso St. Moritz. Mentre la attraversiamo orde di giapponesi escono dappertutto, da dietro gli alberi, dai tombini, fotografano e si fotografano. A un certo punto il nostro corteo di bici incrocia un gruppo di giapponesi più numeroso degli altri. Procediamo con passo deciso, la collisione sembra ormai inevitabile ma il Ruspa che guida la fila alza un braccio e, come Mosè con il mar Rosso, i giapponesi si scostano con urletti e risa di ammirazione, mentre il Giancarlo li saluta agitando la mano e gridando "Shimano, Shimano!"
La nostra destinazione è il passo Suvretta, 2.600 m s.l.m. Ci arriveremo percorrendo la Val Bever, in un paesaggio alpino di rara bellezza. All'inizio la strada è larga, scorrevole, poi si inizia a salire in maniera più decisa, ma accettabile.


Prima sosta ristoratrice e poi ecco il tratto più critico, sia per la pendenza che per il terreno molto tecnico. Ognuno sale con il suo ritmo e secondo le proprie possibilità, ma nessuno di noi potrà evitare in almeno un'occasione di poggiare il piede a terra e... spingere.
Il paesaggio ripaga però totalmente della fatica; la valle è lunga e sembra non finire mai, ma , finalmente, dopo circa 4 ore dalla partenza, siamo al Passo Suvretta.



Qui possiamo riposare veramente, mangiando e pregustando la successiva discesa che ci riporterà a Silvaplana. Il sole ci scalda e dopo avere mangiato un paio di panini, una splendida culla foderata di muschio mi permette un sonnellino rigenerante.



Intanto il traffico di mtb e escursionisti a piedi è molto elevato. Noto con piacere anche un buon numero di donne-bikers, situazione poco riscontrabile da noi in Italia.
Dopo un'ora abbondante iniziamo "la vestizione"; caschi e protezioni, sulle gambe e sulle braccia. A dir la verità questi ultimi accessori sono indossati da una frangia "estrema" di personaggi dediti all'adrenalina della discesa, quali Walter, Max, il Gajna, SerJoe e il sottoscritto Paul Tomac.
Gli altri della spedizione sono un po' più tranquilli, dato anche il tipo di bici meno discesistica e infatti tendono in discesa a cederci elegantemente il passo.
"Pronti?" Walter non fà in tempo a finire la frase che il gruppo dei "discesisti" si avventa letteralmente sul sentiero tra urla di soddisfazione e divertimento. La discesa è stupenda, ripida, con bei sassi da aggirare e altrettanti da saltare; curve, controcurve e tornantini stretti, una vera manna! Se ne accorgeranno i due bikers, attrezzati di tutto punto, che ci avevano preceduto nella discesa. Una volta raggiunti, i due, che dalle bici in dotazione avrei pensato un po' più sgamati nella guida, vengono praticamente aggirati e quasi travolti da un gruppo di sciamannati che, ormai senza logica ma guidati solamente dall'adrenalina, tagliano curve a destra e sinistra superandosi appena possibile. In circa 5 minuti  bruciamo circa 200 metri di dislivello, in una discesa che difficilmente potrò dimenticare.
Da qui, aspettati gli altri, ripartiamo sempre su un bel sentiero ma meno ripido. Un paio di forature e qualche "misurazione" del terreno, rendono la discesa un po' più lenta e discontinua, ma è sempre il divertimento a farla da padrone. Ormai scesi di quota ci troviamo ad un bivio. Da una parte la strada che in pochi minuti ci porterebbe direttamente a fondovalle. A destra il sentiero che, attraversando a mezza costa la montagna, ci condurrà, almeno crediamo dato che nessuno di noi lo conosce, sopra Silvaplana, per raggiungerla poi su percorso off-road.





Ovviamente scegliamo la seconda soluzione e, con qualche mugugno, ci troviamo ancora a spingere le bikes su pendii non certo dolci. Finalmente inizia la discesa che fin dai primi metri si preannuncia interessante. Il sentiero è costellato di sassi e gradoni spesso alti una quarantina di centimetri. Una manna per la mia Snyper che se li mangia coadiuvata dagli ottimi ammortizzatori Fox. La stanchezza inizia a farsi sentire ed in un paio di occasioni, mi trovo senza accorgermi, per terra con le gambe all'aria. Ci sta tutta, visto che sono le quattro del pomeriggio e sono in piedi dalle 4 e mezza della mattina.
Siamo praticamente a pochi metri dall'abitato e ancora cerchiamo il benchè minimo passaggio per evitare il più possibile il nero bitume. Ora siamo a livello del lago, iniziamo a pedalare per raggiungere la ciclabile che ci porterà nuovamente alle nostre auto. Siamo stanchi ma soddisfatti e ci prepariamo per il ritorno.
E per finire, ecco i numeri di questa giornata: partenza ore 5.30, rientro a casa 20.10. Km in auto: 310. Km in bici: 40. Dislivello in salita: 1.000 m.

Divertimento: Infinito!!

2 commenti:

  1. bello il resoconto e bello il ricordo della calata furibonda da cani arrabbiati dei primi 200 metri,
    ho ancora il "sorrisone"
    ciao Paul

    RispondiElimina