Questo blog, perché?

Queste pagine le intendo come la parte "meno impegnata" rispetto al mio sito internet, http://www.monzamtb.altervista.org/
Impressioni, idee e immagini così come vengono, più che altro una specie di diario che mi serva per raccogliere questo materiale, per poterlo rileggere ogni tanto. Se ci capitate e lo ritenete interessante fatemelo sapere. Grazie!



venerdì 29 ottobre 2010

Ritorno a Folgaria!



Ecco la mia camera "riservata" all'Hotel Stella d'Italia di Folgaria, la 110;
per la terza volta mi ospiterà, questa volta per il corso finale della SIMB. Istruttore d'eccezione sarà il grande Marco Bui, ex campione del mondo di cross-country.
Ormai la partenza è vicina...

domenica 24 ottobre 2010

Una volta ancora, il Monte Casale!






Per la terza volta ci sono tornato, finalmente  l'assenza completa della neve mi ha permesso di raggiungere la cima a 1600 m.
Partenza da Ponte Arche alle 8 e alle 10 mi trovavo all'interno del Rifugio Don Zio Pisoni, in cima al Monte Casale, dopo essermi arrampicato per 1300 metri di dislivello.
Un caffè fatto con la moka e via, in mezzo alla nebbia e sotto una fitta pioggerellina giù per i boschi e in 25 minuti di galoppata sui sentieri ero tornato alla base. Un' altra bella uscita da ricordare...

venerdì 22 ottobre 2010

Ma la vita è una brioche o una lavatrice?



 
                                                      
                                                                                        

Due oggetti comuni con significato simbolico contrapposto.

La lavatrice, elettrodomestico di indubbia utilità, spesso paradigma di una dura vita da massaia...
La brioche, alimento sfizioso, momento di svago...

La prima è fredda, metallica, razionale. 
E' vero, svolge una funzione importante ma che non dà spazio alla fantasia; è rigida nel suo operato, lavora seguendo dei programmi ben definiti, instancabile, monotona, senza distrazioni, fino a quando, inesorabilmente, si rompe. Anche la sua collocazione nello spazio è triste. Spesso in ambienti angusti, bui, come bagnetti di servizio, locali stretti adibiti a lavanderia, alcune addirittura subiscono le intemperie su piccoli balconi condominiali. Una vita sacrificata quindi, votata all'utilità pratica, ma sofferta e imprigionata senza sfoghi fra quattro pareti di latta.

La brioche è l'opposto, rappresenta la leggerezza della fantasia. Calda, fragrante e profumata, ricca di sfumature, mai uguale a se stessa...
Può essere di farina bianca, integrale, a forma di cornetto, quadrata, rotonda, piccola, grande, ripiena di marmellata, al cioccolato, con il miele, le mandorle, tiepida, dolce, salata. Rallegra la colazione a casa, ci consola al bar insieme al cappuccino e a merenda; la sera, piccola e salata, è un'ottimo aperitivo prima di cena. Certo anch'essa ha una funzione da svolgere, quella di nutrirci, ma lo fa svincolata da obblighi, da schemi, con gioia. Non è mai nascosta, è sempre in bella mostra, si diverte e sorride alla gente invitandola alla trasgressione alimentare e al piacere di una pausa.
Sì, anche la brioche a un certo punto termina la sua vita, ma almeno l'avrà vissuta con allegria, donando piacere alle persone che ha incontrato durante il suo cammino.

Sinceramente, spero tanto che la mia vita sia una brioche... 





domenica 17 ottobre 2010

Nulla possiamo contro il maltempo...



Ecco come si presentava questa mattina il parcheggio dell'Up & Down di Missaglia. Due auto (una è la mia) e pozze d'acqua... tristezza assoluta.
Il maltempo ha rovinato quella che doveva essere una giornata all'insegna della MTB attraverso le strade del Parco di Montevecchia e del Curone.
Ragazzi, sarà per un'altra volta!
Intanto ringrazio chi mi ha accompagnato i giorni scorsi a perlustrare il percorso, Lorenzo "lo Zio", Marco e Alessio della Pavan Free Bike. Almeno lì siamo riusciti a pedalare...



lunedì 11 ottobre 2010

Il Monte Puscio... finalmente!

E' da quando conosco Marcello che sento pronunciare questa parola misteriosa, Puscio... A dir la verità è un nome che mi ha sempre richiamato alla mente qualcosa di losco,  di attinente allo spaccio di stupefacenti...
Invece no, è ovvio, non può essere altro che qualcosa di relativo al mondo della MTB, quella vera.
Monte Puscio (Croce di Maiano), quota 1155 m s.l.m., splendido belvedere sull'alta Brianza e sui suoi laghi.
Ci siamo finalmente saliti domenica, Marcello (capo spedizione), Oscar grande meccanico di "casa" Bicimania e il sottoscritto, con la sua inseparabile Tomac Snyper.
Il Monte Puscio lo si può raggiungere in bici partendo da Albavilla, salendo verso "lo Zoccolo", il Buco del Piombo, "La Salute", l'Alpe del Vicerè e il rifugio Capanna Mara, tutti nomi che ai frequentatori del Triangolo Lariano suonano famigliari. Detto così sembra una sciocchezza ma sono quasi 800 metri di dislivello in salita, a tratti parecchio impegnativa.
E proprio questo è stato l'itinerario proposto da Marcello per l'uscita di oggi. Naturalmente tanto per scaldarci, in salita prima ed in discesa poi, il buon Cello aveva previsto anche una gita fino a Como... "poi prendiamo la funicolare, arriviamo a Brunate saliamo alla Baita Fabrizio e scendiamo poi ad Albese. Da lì torniamo ad Albavilla e su fino alla Capanna Mara e poi via, facciamo il Puscio..." Totale: altri 500 m di dislivello positivo, tanto per gradire.
Tutto come da programma, alle 8 e 15 siamo già a fare colazione al bar di fianco alla funicolare di Como, dopo aver lasciato le auto ad Albavilla.
Tutto fila liscio come l'olio, saliamo a Brunate "trasportati" e iniziamo a pedalare in salita su asfalto con un buon ritmo. Alle 9.45 siamo già alla baita Fabrizio per un "rinforzo" di colazione. L'abituale tranquillità del rifugio è perturbata da un'emergenza sanitaria: un cacciatore sta quasi tirando gli ultimi (in senso metaforico) per avere cenato a casa la sera precedente gustando ottimi funghi chiodini, che in realtà chiodini non erano... viene accompagnato al Pronto Soccorso da una pattuglia di Carabinieri che si trova casualmente in zona.
Si prosegue, dopo una micidiale rampa al 20% di pendenza, fino al bivio, dove iniziamo a scendere veloci verso valle, su sterrata relativamente tecnica, a tratti molto sassosa e divertente.
Finalmente arriviamo giù e senza sosta riprendiamo l'ascesa verso l'obbiettivo principale della giornata, il mitico Monte Puscio, mitico ormai quanto il Monte Olimpo.
Si sale per più di un'ora e poco dopo mezzogiorno siamo giusto giusto all'Alpe del Viceré dove entriamo al Rifugio Cacciatori. Ci facciamo apparecchiare fuori per uno spuntino. Oscar ed io ci accontentiamo di una fetta di torta, dato che abbiamo ancora un bel pezzo di salita, Marcello invece, as usual, si lascia andare a un piatto di affettati misti e a una splendida zuppa di cipolle, innaffiata da una fresca panachè!




     Sosta presso il Rifugio Cacciatori
                               
Mancano ancora parecchi tratti insidiosi di salita e la fatica ormai si fa sentire. Una volta raggiunta la capanna Mara ci facciamo largo fra i gitanti, numerosissimi, che affollano il piazzale davanti al rifugio e iniziamo il sentiero "mangia e bevi" che ci condurrà finalmente in cima al Puscio.
Iniziamo a intravedere il "crocione", ormai ci siamo. Marcello guida il gruppetto. Ecco davanti a noi un bellissimo panorama, il lago di Pusiano, il lago di Alserio e intorno montagne famigliari a noi bikers, come il Cornizzolo, il Monte Rai e altre cime minori.


  L'inizio della panoramica (e tecnica!) discesa dal M. Puscio


Dopo anni che ne sento parlare sto finalmente per affrontare la discesa dal monte Puscio verso Caslino. Discesa tecnica, non per tutti, soprattutto se dotati di mtb da cross country puro. Protezioni, telecamera, casco ben allacciato e via. Primo pezzo su un prato dove uno stretto sentiero si incunea ripido fra lunghi steli dorati. Fin qui tutto ok, basta stare indietro e lasciar andare la bici. Poi inizia il bosco e le cose cambiano, il sentiero è stretto, roccioso, con passaggi tutt'altro che semplici. Marcello e Oscar mi precedono, io li seguo a distanza, il tracciato mi mette abbastanza in difficoltà e porto la mia Snyper più volte al limite delle sue possibilità. Qualche passaggio ci obbliga a scendere dalla bici e anche i 1.300 metri di dislivello che abbiamo nelle gambe contribuiscono a rendere il tutto meno facile. Ci siamo, ancora un passaggio su un lastrone roccioso e arriviamo in fondo, il più è fatto. Raggiungo i miei compagni prima di affrontare l'ultimo tratto di mulattiera sassosa prima dell'asfalto, Marcello mi guarda e sorride: "Ecco Paul, questo è il Puscio..." "... E anche questo è fatto" rispondo ancora col fiatone "veramente tosto, non pensavo...".
Non sono ancora le tre del pomeriggio e siamo già sulle auto pronti per rientrare a casa.
Arrivederci all'anno prossimo Puscio, tra poco la neve coprirà i tuoi sentieri!