Questo blog, perché?

Queste pagine le intendo come la parte "meno impegnata" rispetto al mio sito internet, http://www.monzamtb.altervista.org/
Impressioni, idee e immagini così come vengono, più che altro una specie di diario che mi serva per raccogliere questo materiale, per poterlo rileggere ogni tanto. Se ci capitate e lo ritenete interessante fatemelo sapere. Grazie!



lunedì 27 settembre 2010

Un "Avventura" di percorso...

Oggi finalmente ho capito perché il percorso corto della Marathon Bike della Brianza viene chiamato "Percorso Avventura"!
Avendo a disposizione la mattinata sono voluto andare a fare un giro di esplorazione sul "Corto" della Marathon dove avrei intenzione in futuro di accompagnare chi volesse farsi un giro in bici da quelle parti.
Alle 8 e 30 sono a Rogoredo (Casatenovo), esattamente dove anche quest'anno, per la 19ma volta, è partita il 6 settembre scorso la decana delle granfondo italiane.
Per l'occasione ho portato la mia fedele 29er della Tomac. Tutto pronto, il GPS è acceso e la traccia da seguire è caricata.




Eccomi alla partenza

Il percorso è di circa 45 km e il dislivello supera di poco i 1000 metri, il tutto in un misto di sentieri, asfalto e strade bianche che si intersecano intorno ed all'interno del parco di Montevecchia e del Curone.
Vado via abbastanza tranquillo, ogni tanto mi fermo per individuare il punto giusto in cui passare, registro qualche waypoint sul mio Edge e proseguo. Riconosco alcuni tratti già percorsi gli anni passati soprattutto insieme ai ragazzi della Pavan. Ogni tanto mentre pedalo penso a quando questi percorsi li ho fatti in gara, non il percorso Avventura ma la Marathon vera, da 65 km e circa 2.000 m di dislivello, o addirittura la versione da 80 km del Campionato Italiano Marathon. Allora mi sento ritornare la sensazione adrenalinica della competizione e comincio a tirare.... ma quando mi riprendo, il ritmo torna tranquillo.
Va via tutto liscio, a parte la "fangazza" che impesta il terreno argilloso di questo comprensorio.
Finito un veloce tratto fuori strada in discesa dalle parti di Perego sento il sibilo sinistro del copertone che si sta sgonfiando e contemporaneamente il mio sguardo cade su un maledetto triangolino di vetro verde. Cerco di individuare il foro, vedo il lattice che fuoriesce, è lì, e ci metto sopra il dito. Cerco di far girare la ruota in modo che il lattice si rapprenda in prossimità del buco e a un tratto il sibilo è quasi impercettibile, forse ce l'ho fatta! Ok ora devo gonfiare la gomma e estraggo la mia pompetta della Crank Bros, che non è il massimo, però qualcosa fa. La stacco e la gomma si risgonfia, il movimento del gonfiaggio ha fatto smollare la valvola... insomma dopo un po' riesco a ripartire, anche se non è che la gomma mi convinca molto.
Procedo tra strade e stradine, fango e pozze d'acqua, rientro verso Montevecchia e salgo attraverso la temibile salita delle vigne fino alla località Pianello. Sono legato a questo posto perché mi ricorda le mie prime escursioni, da solo, con la mia prima MTB, la Stumpjumper testbike gialla. Quando arrivavo a Pianello mi sembrava di avere raggiunto il paradiso dopo tanta fatica e mi fermavo a osservare lo splendido panorama di colline e vigneti che degradano fino alla pianura.




Panorama dal belvedere di Pianello


E' ora di tornare in sella. Scendo verso la Galbusera bianca, passando vicino a dei bellissimi agriturismo, forse ormai più dei ristoranti, collocati e sistemati in modo tale da non avere nulla da invidiare alla Toscana più vera. Ormai mi sto avvicinando a quello che è il tratto forse meno pittoresco del percorso, esco dal territorio del Parco e in un dedalo di strade campestri, che a tratti ricordano più dei ruscelli, mi avvicino alla meta. Le campane che annunciano il mezzogiorno sono già suonate da almeno mezzora e come sempre gli ultimi chilometri della Marathon sembrano non finire mai. A un certo punto penso che sia il caso di tagliare un po' per arrivare prima all'auto. "Ah, sì qua si gira a sinistra... ma no vado avanti su asfalto" penso. "No! Devo farla tutta!"  Torno indietro e prendo deciso la discesa, con molti sassi smossi, che mi dovrebbe portare di nuovo verso i prati... forse sono un po' troppo deciso e probabilmente penso di essere alla guida di una bi-ammortizzata.
Faccio poco più di 10 metri e.... la mia ruota anteriore, probabilmente un po' sgonfia, impatta su un sasso, mi impunto e la sella alta da dietro mi sbalza via. La povera Flint vola davanti a me di qualche metro e io mi trovo per terra con una bella botta alla schiena e (meno male che esiste!!!) al casco.
Non ci voleva proprio, adesso che sono quasi arrivato. Certo che ho fatto decine di chilometri a Pila su percorsi ben più accidentati e non sono caduto una volta... devo proprio farlo qui? Sono i misteri del mountain biking.
Raccolgo i pezzi, mi rimetto insieme e riparto per Rogoredo dove arrivo dopo una mezzoretta, un po' acciaccato.
Bene, anche oggi ne ho avuto la conferma; ogni giornata, ogni uscita e ogni percorso possono dare emozioni diverse e nessuna escursione è da sottovalutare... soprattutto se la chiamano "Percorso Avventura"!

venerdì 24 settembre 2010

Stati d'animo...


Il vero biker, quando sa che entro pochi minuti sarà di nuovo in sella alla sua amata mountain bike è felice e sorride... anche nel momento del bisogno! Eccomi sorridente a Livigno l'estate scorsa, durante una
pausa di riflessione seduto sul water, prima di tornare sulle piste del Mottolino.

lunedì 20 settembre 2010

Ma il biker è un sensitivo?

Lo sapevo già stamattina...
Avevamo in programma di visitare la manifestazione "L'isola che c'è" a Villa Guardia alle porte di Como, una fiera ormai conosciuta in tutto il Nord Italia, dove vengono presentate iniziative e prodotti con un unico comune denominatore, l'ambiente, la eco-compatibilità e la sostenibilità ambientale.
Quindi stand, bancarelle, spettacoli e quant'altro. Devo dire che frequentare questi ambienti risulta piacevole, anche perché sono ancora popolati da personaggi che mi riportano alla mia gioventù pseudo-fricchettona e che in realtà pensavo si fossero naturalmente estinti. E invece no, saffi, patchouli, gonne lunghe, capelli lunghi e colorati, gilet indiani... se socchiudo gli occhi sento ancora la chitarra a 12 corde di Uezzo che suona "The needle and the damage done" di Neil Young. Insomma torno indietro di oltre trent'anni...
Ma torniamo alla prima mia affermazione, "Lo sapevo già stamattina...".
Sapevo cosa? Ho pensato: "Siamo a Villa Guardia, vicino a Como. Conoscendo i personaggi, secondo me oggi in mezzo alla ressa potrei incontrare Massimo e Roberta." I due li ho conosciuti quando, intorno ai vent'anni di età, frequentavo un gruppo di birdwatcher e ornitologi, con i quali trascorrevo piacevoli week end in una stazione ornitologica dell'Università di Milano, sul lago di Como. Notare bene che Massimo lo avevo incontrato casualmente 8 anni fa, mentre sua moglie Roberta non la vedevo esattamente da 19 anni... Sono in coda per lo zucchero filato in una bolgia incredibile, alzo lo sguardo e tra la gente, eccola lì, la Robi che sta piazzando un batuffolo di zucchero in mano al suo bambino. E' proprio lei, non la vedo da vent'anni ma la riconosco. Allora c'è anche Massimo... Mi giro e dietro di me lo intravedo con il suo sorriso stampato in faccia.


Massimo in una sua tipica espressione di stupore

 Otto anni che non lo vedo ma è sempre uguale. E così come se non ci vedessimo da una settimana, incominciamo a chiacchierare allegramente e posso presentare loro mia moglie, Roberta pure lei, e la piccola Caterina.
Loro nel frattempo da due sono diventati quattro, proprio una bella famigliola. Parliamo a lungo ricordandoci episodi e amici del passato.
Poi Massimo mi chiede: "Ma sei dimagrito, fai dello sport?" Io, simulando con le mani il movimento della pedalata rispondo: " Sì, vado parecchio in bici..."
Gli occhi di Massimo si illuminano di quella luce che solamente pochi possono capire: "Anch'io... Mountain Bike! Stamattina sono partito alle 6 e mezza con la pila frontale accesa e sono salito oltre Brunate".
Solo allora ho capito perché avevo previsto questo incontro... anche lui è diventato un biker, me lo sentivo!

venerdì 17 settembre 2010

Ritorno al "Garibaldi"

Di fronte Raffaele "Il Piacentino". Con l'immancabile sigaretta, Antonio detto "Il Tailandese"


Era un po' che volevo rivedere i ragazzi del "Garibaldi" a Barlassina. Con loro ho fatto dei bei giri in bici e mi sono sempre divertito... Omar, Antonio "Il Tailandese", Raffaele "Il Piacentino", ovviamente anch'essi animati da  quella dannata passione per la Mountain Bike che quando ti entra dentro difficilmente ti abbandona.
E così, verso le dieci questa sera, ho pensato: "Oggi è giovedì, chissà se c'è qualcuno al Garibaldi?". Pronti? Via!!... in un attimo sono sulla Valassina a 140 kmh con gli AC/DC a manetta...
Erano lì, al solito tavolo all'aperto, con altri "afìcionados" dei quali non conosco il nome, gente che ispira subito confidenza e simpatia. Saranno stati almeno due mesi che non ci incontravamo ma era come se non ci vedessimo da ieri.
Inevitabilmente, come tutte le nostre serate, i ricordi di uscite, discese, cadute, programmi futuri si sono intrecciati, fra foto, video, birra e risate e... in un attimo l'orologio segnava quasi l'una.
Ciao ragazzi, è sempre un piacere chiacchierare con voi... alla prossima!!  

lunedì 13 settembre 2010

Una domenica da ricordare...

Ricorderò per molto tempo la domenica appena trascorsa. Nella mia testa pensavo a qualcosa di più tranquillo, in tutti i sensi,  ma, quando c'è di mezzo il Ruspa, l'escursione ha sempre qualcosa di speciale.
E così quando abbiamo fissato l'ora di partenza (a Desio alle 5.45), ho pensato: "Va beh, di certo ne varrà la pena".
E via, direzione Alta Engadina, Silvaplana. Finiamo di raccogliere gli altri partecipanti fra Seregno e Carate e in un variopinto gruppo di 12 bikers, si parte.
Prima tappa obbligata la colazione a Chiavenna, dove in 5 minuti sbraniamo una trentina di brioche.
Si prosegue per il passo del Maloja che ci introduce alla splendida piana che ospita Silvaplana e St. Moritz, con gli splendidi laghi. Io che non avevo ben chiara la situazione, parto da casa in bermuda e sandali. Me ne accorgerò quando, arrivati al parcheggio, il termometro segnerà 3 °C...
Ci prepariamo e il capogita, Giancarlo (Ul Ruspa), ci indica la direzione.
"Ci siamo tutti?", "Ma non eravamo mica in dodici?" Abbiamo lasciato al parcheggio il Gajna, che dopo qualche minuto ci raggiunge imprecando.
Lungo le splendide ciclabili risaliamo verso St. Moritz. Mentre la attraversiamo orde di giapponesi escono dappertutto, da dietro gli alberi, dai tombini, fotografano e si fotografano. A un certo punto il nostro corteo di bici incrocia un gruppo di giapponesi più numeroso degli altri. Procediamo con passo deciso, la collisione sembra ormai inevitabile ma il Ruspa che guida la fila alza un braccio e, come Mosè con il mar Rosso, i giapponesi si scostano con urletti e risa di ammirazione, mentre il Giancarlo li saluta agitando la mano e gridando "Shimano, Shimano!"
La nostra destinazione è il passo Suvretta, 2.600 m s.l.m. Ci arriveremo percorrendo la Val Bever, in un paesaggio alpino di rara bellezza. All'inizio la strada è larga, scorrevole, poi si inizia a salire in maniera più decisa, ma accettabile.


Prima sosta ristoratrice e poi ecco il tratto più critico, sia per la pendenza che per il terreno molto tecnico. Ognuno sale con il suo ritmo e secondo le proprie possibilità, ma nessuno di noi potrà evitare in almeno un'occasione di poggiare il piede a terra e... spingere.
Il paesaggio ripaga però totalmente della fatica; la valle è lunga e sembra non finire mai, ma , finalmente, dopo circa 4 ore dalla partenza, siamo al Passo Suvretta.



Qui possiamo riposare veramente, mangiando e pregustando la successiva discesa che ci riporterà a Silvaplana. Il sole ci scalda e dopo avere mangiato un paio di panini, una splendida culla foderata di muschio mi permette un sonnellino rigenerante.



Intanto il traffico di mtb e escursionisti a piedi è molto elevato. Noto con piacere anche un buon numero di donne-bikers, situazione poco riscontrabile da noi in Italia.
Dopo un'ora abbondante iniziamo "la vestizione"; caschi e protezioni, sulle gambe e sulle braccia. A dir la verità questi ultimi accessori sono indossati da una frangia "estrema" di personaggi dediti all'adrenalina della discesa, quali Walter, Max, il Gajna, SerJoe e il sottoscritto Paul Tomac.
Gli altri della spedizione sono un po' più tranquilli, dato anche il tipo di bici meno discesistica e infatti tendono in discesa a cederci elegantemente il passo.
"Pronti?" Walter non fà in tempo a finire la frase che il gruppo dei "discesisti" si avventa letteralmente sul sentiero tra urla di soddisfazione e divertimento. La discesa è stupenda, ripida, con bei sassi da aggirare e altrettanti da saltare; curve, controcurve e tornantini stretti, una vera manna! Se ne accorgeranno i due bikers, attrezzati di tutto punto, che ci avevano preceduto nella discesa. Una volta raggiunti, i due, che dalle bici in dotazione avrei pensato un po' più sgamati nella guida, vengono praticamente aggirati e quasi travolti da un gruppo di sciamannati che, ormai senza logica ma guidati solamente dall'adrenalina, tagliano curve a destra e sinistra superandosi appena possibile. In circa 5 minuti  bruciamo circa 200 metri di dislivello, in una discesa che difficilmente potrò dimenticare.
Da qui, aspettati gli altri, ripartiamo sempre su un bel sentiero ma meno ripido. Un paio di forature e qualche "misurazione" del terreno, rendono la discesa un po' più lenta e discontinua, ma è sempre il divertimento a farla da padrone. Ormai scesi di quota ci troviamo ad un bivio. Da una parte la strada che in pochi minuti ci porterebbe direttamente a fondovalle. A destra il sentiero che, attraversando a mezza costa la montagna, ci condurrà, almeno crediamo dato che nessuno di noi lo conosce, sopra Silvaplana, per raggiungerla poi su percorso off-road.





Ovviamente scegliamo la seconda soluzione e, con qualche mugugno, ci troviamo ancora a spingere le bikes su pendii non certo dolci. Finalmente inizia la discesa che fin dai primi metri si preannuncia interessante. Il sentiero è costellato di sassi e gradoni spesso alti una quarantina di centimetri. Una manna per la mia Snyper che se li mangia coadiuvata dagli ottimi ammortizzatori Fox. La stanchezza inizia a farsi sentire ed in un paio di occasioni, mi trovo senza accorgermi, per terra con le gambe all'aria. Ci sta tutta, visto che sono le quattro del pomeriggio e sono in piedi dalle 4 e mezza della mattina.
Siamo praticamente a pochi metri dall'abitato e ancora cerchiamo il benchè minimo passaggio per evitare il più possibile il nero bitume. Ora siamo a livello del lago, iniziamo a pedalare per raggiungere la ciclabile che ci porterà nuovamente alle nostre auto. Siamo stanchi ma soddisfatti e ci prepariamo per il ritorno.
E per finire, ecco i numeri di questa giornata: partenza ore 5.30, rientro a casa 20.10. Km in auto: 310. Km in bici: 40. Dislivello in salita: 1.000 m.

Divertimento: Infinito!!

sabato 11 settembre 2010

Partenza mattiniera...

Meglio che dorma... domani mattina appuntamento a casa del Ruspa alle 5.45.





Si va in Engadina, la mia Snyper è già in macchina, pronta per la giornata...

Aria di casa...

Rientrato da Stresa e avendo davanti per tre giorni il meraviglioso spettacolo del Golfo Borromeo, devo ammettere che i miei primi 30 anni di vita li ho proprio passati in un bel posto...



Qui sopra, il panorama dalla mia camera al Regina Palace.
Il lago con in primo piano l'Isola Madre, alle sue spalle Verbania con il Monte Rosso. Sullo sfondo la punta del Pizzo Marona e la vetta del Monte Zeda, cresta di confine del Parco Nazionale della Valgrande.
Peccato che allora non avevo ancora scoperto la MTB...

venerdì 10 settembre 2010

Materiale 3° ciclo 2010

                                                                                       Stresa, 10 settembre 2010


Finalmente consegnato in riunione il materiale scientifico che accompagnerà la mia attività lavorativa nell'ultimo quadrimestre del 2010.

Ecco le immagini in esclusiva:





Data l'alta qualità delle pubblicazioni, i risultati non potranno che essere ottimi!

mercoledì 8 settembre 2010

Cavallo di razza!





Onore alla mia Scratch 9, splendido cavallo non d'acciaio ma di alluminio, che mi ha accompagnato nelle splendide giornate di Pila... a proposito sono finalmente online anche i video della "Trilogia", vai a vederli sul mio sito.


P.S.
Da domani sarò rinchiuso in riunione per tre giorni in un albergo a Stresa, sarà dura! La mia mente, al bisogno, volerà a cavallo della Scratch sulle montagne della Val D'Aosta... 

domenica 5 settembre 2010

Largo ai giovani!

La settimana appena conclusa l'ho dedicata al riposo (dalla bici) e al riordinare un po' il materiale sul mio soggiorno in Val d'Aosta. Ho scritto un report sulla mia vacanza e ho iniziato a sistemare i video e le foto.
Sabato e domenica non mi sono però astenuto completamente dalla bici, per lo meno da quella non pedalata.

Ecco l'aspirante biker Caterina, mentre cerca di fare i suoi primi passi senza rotelle...





Naturalmente con protezioni e casco ben allacciato!!





A quando la prima MTB??

giovedì 2 settembre 2010

Il riposo del biker.





Il vero biker non dorme mai... Egli riposa. Il vero biker infatti indossa sempre abiti e protezioni idonee ed è pronto  a saltare in sella alla minima opportunità per scatenarsi nei percorsi a lui più congeniali.

mercoledì 1 settembre 2010

"Che Spettacolo"? Forse è riduttivo...






Sono tornato da poche ore alla base, stanco, un po' "confuso e felice"...
Le tre stupende giornate appena trascorse sono sintetizzate dai tagliandi qui sopra. Dalle 8 e 30 fino alla chiusura degli impianti di risalita (ore 17.30) a parte piccole soste fisiologiche non ho praticamente mai smesso di gustarmi gli entusiasmanti tracciati del Bike Stadium di Pila. Ho un sacco di foto, riprese video e commenti da fare, devo solamente trovare il tempo per riordinare un po' tutto. Ogni giorno a Pila ho incontrato gente simpatica, disponibile e in gamba con cui girare e divertirmi, è stato veramente piacevole.
Dunque, state sintonizzati!!

P.S.
Piccolo particolare, un po' fastidioso... sembra che domani dovrei tornare al lavoro, una vera seccatura!