Questo blog, perché?

Queste pagine le intendo come la parte "meno impegnata" rispetto al mio sito internet, http://www.monzamtb.altervista.org/
Impressioni, idee e immagini così come vengono, più che altro una specie di diario che mi serva per raccogliere questo materiale, per poterlo rileggere ogni tanto. Se ci capitate e lo ritenete interessante fatemelo sapere. Grazie!



lunedì 11 ottobre 2010

Il Monte Puscio... finalmente!

E' da quando conosco Marcello che sento pronunciare questa parola misteriosa, Puscio... A dir la verità è un nome che mi ha sempre richiamato alla mente qualcosa di losco,  di attinente allo spaccio di stupefacenti...
Invece no, è ovvio, non può essere altro che qualcosa di relativo al mondo della MTB, quella vera.
Monte Puscio (Croce di Maiano), quota 1155 m s.l.m., splendido belvedere sull'alta Brianza e sui suoi laghi.
Ci siamo finalmente saliti domenica, Marcello (capo spedizione), Oscar grande meccanico di "casa" Bicimania e il sottoscritto, con la sua inseparabile Tomac Snyper.
Il Monte Puscio lo si può raggiungere in bici partendo da Albavilla, salendo verso "lo Zoccolo", il Buco del Piombo, "La Salute", l'Alpe del Vicerè e il rifugio Capanna Mara, tutti nomi che ai frequentatori del Triangolo Lariano suonano famigliari. Detto così sembra una sciocchezza ma sono quasi 800 metri di dislivello in salita, a tratti parecchio impegnativa.
E proprio questo è stato l'itinerario proposto da Marcello per l'uscita di oggi. Naturalmente tanto per scaldarci, in salita prima ed in discesa poi, il buon Cello aveva previsto anche una gita fino a Como... "poi prendiamo la funicolare, arriviamo a Brunate saliamo alla Baita Fabrizio e scendiamo poi ad Albese. Da lì torniamo ad Albavilla e su fino alla Capanna Mara e poi via, facciamo il Puscio..." Totale: altri 500 m di dislivello positivo, tanto per gradire.
Tutto come da programma, alle 8 e 15 siamo già a fare colazione al bar di fianco alla funicolare di Como, dopo aver lasciato le auto ad Albavilla.
Tutto fila liscio come l'olio, saliamo a Brunate "trasportati" e iniziamo a pedalare in salita su asfalto con un buon ritmo. Alle 9.45 siamo già alla baita Fabrizio per un "rinforzo" di colazione. L'abituale tranquillità del rifugio è perturbata da un'emergenza sanitaria: un cacciatore sta quasi tirando gli ultimi (in senso metaforico) per avere cenato a casa la sera precedente gustando ottimi funghi chiodini, che in realtà chiodini non erano... viene accompagnato al Pronto Soccorso da una pattuglia di Carabinieri che si trova casualmente in zona.
Si prosegue, dopo una micidiale rampa al 20% di pendenza, fino al bivio, dove iniziamo a scendere veloci verso valle, su sterrata relativamente tecnica, a tratti molto sassosa e divertente.
Finalmente arriviamo giù e senza sosta riprendiamo l'ascesa verso l'obbiettivo principale della giornata, il mitico Monte Puscio, mitico ormai quanto il Monte Olimpo.
Si sale per più di un'ora e poco dopo mezzogiorno siamo giusto giusto all'Alpe del Viceré dove entriamo al Rifugio Cacciatori. Ci facciamo apparecchiare fuori per uno spuntino. Oscar ed io ci accontentiamo di una fetta di torta, dato che abbiamo ancora un bel pezzo di salita, Marcello invece, as usual, si lascia andare a un piatto di affettati misti e a una splendida zuppa di cipolle, innaffiata da una fresca panachè!




     Sosta presso il Rifugio Cacciatori
                               
Mancano ancora parecchi tratti insidiosi di salita e la fatica ormai si fa sentire. Una volta raggiunta la capanna Mara ci facciamo largo fra i gitanti, numerosissimi, che affollano il piazzale davanti al rifugio e iniziamo il sentiero "mangia e bevi" che ci condurrà finalmente in cima al Puscio.
Iniziamo a intravedere il "crocione", ormai ci siamo. Marcello guida il gruppetto. Ecco davanti a noi un bellissimo panorama, il lago di Pusiano, il lago di Alserio e intorno montagne famigliari a noi bikers, come il Cornizzolo, il Monte Rai e altre cime minori.


  L'inizio della panoramica (e tecnica!) discesa dal M. Puscio


Dopo anni che ne sento parlare sto finalmente per affrontare la discesa dal monte Puscio verso Caslino. Discesa tecnica, non per tutti, soprattutto se dotati di mtb da cross country puro. Protezioni, telecamera, casco ben allacciato e via. Primo pezzo su un prato dove uno stretto sentiero si incunea ripido fra lunghi steli dorati. Fin qui tutto ok, basta stare indietro e lasciar andare la bici. Poi inizia il bosco e le cose cambiano, il sentiero è stretto, roccioso, con passaggi tutt'altro che semplici. Marcello e Oscar mi precedono, io li seguo a distanza, il tracciato mi mette abbastanza in difficoltà e porto la mia Snyper più volte al limite delle sue possibilità. Qualche passaggio ci obbliga a scendere dalla bici e anche i 1.300 metri di dislivello che abbiamo nelle gambe contribuiscono a rendere il tutto meno facile. Ci siamo, ancora un passaggio su un lastrone roccioso e arriviamo in fondo, il più è fatto. Raggiungo i miei compagni prima di affrontare l'ultimo tratto di mulattiera sassosa prima dell'asfalto, Marcello mi guarda e sorride: "Ecco Paul, questo è il Puscio..." "... E anche questo è fatto" rispondo ancora col fiatone "veramente tosto, non pensavo...".
Non sono ancora le tre del pomeriggio e siamo già sulle auto pronti per rientrare a casa.
Arrivederci all'anno prossimo Puscio, tra poco la neve coprirà i tuoi sentieri!

8 commenti:

  1. Un consiglio per tutti i prossimi frequentatori del Puscio: la zuppa di cipolle è la cosa migliore per affrontare la discesa!

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  2. Consiglio numero 2: NON stare MAI dietro a chi ha mangiato la zuppa di cipolle...!!! :-))

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  3. ...adrenalinico e tecnico....

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  4. Puscio, Bisbino, Corni di Canzo, Linzone, alcune discese che mi piacciono e che mi sparo solitamente in modalità "lone wolf"
    complimenti per il blog.

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  5. Anche a me piace ogni tanto fare il "lone wolf"... anche se a volte è un po' rischioso; ma il rischio è il nostro mestiere! :-))

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  6. voi milanesi rovinate le nostre montagne con le vostre auto. la domenica e' una fila di macchine tutte targate "mi", ed e' una cosa che mi manda in bestia. noi non possiamo stare tranquilli a casa nostra. vi credete chissa' chi. tutti in fila a 30 km orari e io per andare a casa mia devo stare in macchina le ore per colpa vostra. milanesi state a casa!!!!! vallassinese

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  7. Caro Anonimo vallassinese, innanzitutto non mi credo chissà chi; non sono di Milano e spesso vengo dalle tue parti direttamente in bicicletta e quasi sempre durante la settimana e non il week end, senza creare traffico. Se stai delle ore in macchina a 30 km all'ora significa che anche tu vai la domenica a intasare le strade da qualche altra parte dando probabilmente fastidio a qualcun altro.
    E comunque i cosiddetti "milanesi" portano lavoro e soldi a quelli come te: la domenica nei rifugi e nei ristoranti o, molto più spesso, a quelli che vanno a lavorare nelle città creando quotidianamente caos e code interminabili su tutte le strade della Lombardia.
    E per finire ricordati che le montagne non sono nè mie nè tue ma di tutti.
    Solitamente è anche buona norma dichiarare il proprio nome quando si afferma qualcosa.

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